Nel Lazio raro ritrovamento di una statuina in argilla risalente a 7000 anni fa. La figura, dalle sembianze femminili, è stata rinvenuta nella grotta di Battifratta, presso Poggio Nativo (Rieti), ed è ora oggetto di uno studio coordinato dal Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza. Una donna, una divinità, una bambola?
Chi raffigura la statuina d’argilla rinvenuta negli scavi che la Sapienza sta conducendo dal 2021 in una grotta a Poggio Nativo in Sabina? Di sicuro è un ritrovamento eccezionale quello avvenuto durante l’ultima campagna di scavo. Si tratta di una figurina in argilla risalente a circa 7000 anni fa, cioè a un periodo, il Neolitico, in cui la penisola era abitata dalle prime comunità agricole. I tratti del volto sono accennati in modo schematico, ma maggiore cura pare sia stata posta nella rappresentazione dell’acconciatura e delle decorazioni del corpo.
La grotta di Battifratta si apre su un costone di travertino, lungo la valle di un piccolo affluente del fiume Farfa. L’attuale ingresso della grotta corrisponde allo sbocco di una antica sorgente, probabilmente a regime stagionale, che costituiva un punto di attrazione per le comunità umane del passato.
“La presenza di ceramica industria litica, reperti faunistici e botanici su più livelli stratificati – spiega Cecilia Conati della Sapienza – rivela l’utilizzo della sorgente e della grotta non soltanto per l’approvvigionamento di acqua, ma anche per scopi sepolcrali e rituali, come testimoniano i resti scheletrici umani rinvenuti e la statuina in argilla”. Fonte: Archeologiaviva.it