Il Festival della città di Rieti è un prodotto culturale prezioso, raro e inaspettato. Ha avuto una gestazione lunga che, per certi aspetti, vede il suo inizio nel 1957. In quell’anno il maestro Giancarlo Menotti arriva a Rieti e si innamora del Teatro Flavio Vespasiano e della sua acustica. L’idea di fare della nostra Città un centro di richiamo per giovani artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscano nel capolavoro architettonico ottocentesco di Achille Sfondrini, non trova risposta nel Consiglio Comunale di allora, non vengono comprese le potenzialità insite in una serie di spettacoli dal vivo.
Menotti ne prende atto e approda a Spoleto. Ne nascerà il “Festival dei due Mondi”. Più di cinquant’anni dopo l’occasione si ripresenta grazie ad alcuni incontri fortuiti e casuali, ma questa volta le istituzioni e tutte le personalità coinvolte operano con lungimiranza, brillante ostinazione ed accortezza. Da questa nuova ed intelligente comunità d’intenti nasce il Reate Festival.
Nel 2006 l’incontro con il Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Professor Bruno Cagli, scrittore e musicologo di fama mondiale, esperto dello studio della tecnica del canto, e forse il più profondo conoscitore del repertorio di Rossini, Bellini e Donizetti, fa emerge la straordinaria intuizione che sta alla base del Reate Festival. Intanto proseguono i lavori di restauro del Vespasiano iniziati nel 2005, che il Professore segue a distanza con scrupolo.
È importante che sala e palcoscenico non vengano toccati, solo così si potrà mantenere l’originaria concezione dell’architetto Sfondrini: un teatro che non costringa i cantanti a “spingere” le voci.
Il belcanto è naturale, non è spinto, non deve basarsi su un eccessivo impegno fisiologico richiesto alle voci. Esso è innanzitutto un patrimonio prezioso, anzi, inestimabile della tradizione artistica italiana: un patrimonio che nel tempo è andato perduto e che, grazie ad un teatro come il Flavio Vespasiano di Rieti, si può ora recuperare.
Dello stesso avviso è un’altra personalità autorevole: il M°Carlo Rizzari che affermerà di aver percepito uno straordinario ed assoluto bilanciamento tra le voci dei cantanti e gli strumenti, un’armonia mai udita fra le voci migliori al mondo e le stesse note dei tempi di Mozart e Rossini. In nessun altro luogo al mondo può realizzarsi questa perfetta alchimia.
Dalla prima edizione del 2009 con il Reate Festival l’appuntamento è proseguito negli anni, fermandosi soltanto nel 2020 causa pandemia Covid19.