“Quanto pesa il cielo?” è un racconto d’avventura e riflessione, che unisce la realtà terrena a quella spirituale, che probabilmente in alcune persone ha un peso maggiore. Nei momenti di riflessione si alzano gli occhi verso il cielo, alla ricerca di un qualcosa che non vediamo ma che rimane punto di riferimento.
E gli Indiani d’America sono la popolazione che più di tutte incarna l’arte della spiritualità, con i loro canti, riti, disegni, e con loro poesie dedicate alla natura, all’uomo, agli animali. In questo racconto si attraversa l’America del diciannovesimo secolo, quella arsa e piena di piombo. Quell’America maldestra che regalava morti e poche gioie, che rendeva l’uomo bestia e spesso le bestie vittime.
Il cielo è un qualcosa di leggero e celeste quando è sereno, ma pesante quando piove, e il lungo viaggio che affrontano i protagonisti, di questa avventura divisa in due volumi, ci mette di fronte ad esseri umani con emozioni, sensazioni e paure, figli di un Dio che sembra abbandonarli nella disgrazia, ma che invece porge la sua mano in segno di aiuto. Ognuno, come sempre, potrà e dovrà immedesimarsi nei personaggi del libro.
Il finale sorprende anche se non è la fine. Il lettore, una volta letta l’ultima parola del racconto, può continuare l’avventura e mettere un po’ di sé nella conclusione grazie al finale aperto. La dicitura Volume 1 apre ad un futuro prosieguo dell’avventura.