L’antica casa Poiana, una casa-torre eretta sullo sperone di travertino su cui sorge l’abitato di Rieti ad opera dei Poiani, signori di Piediluco, fu acquistata e ristrutturata integralmente da Marcantonio Vincentini sul finire del XVI secolo. L’elegante palazzo rinascimentale, progettato dall’architetto lombardo Gio. Domenico Bianchi, fu più tardi residenza del vescovo reatino monsignor Ippolito Vincentini (1670-1707).
Durante la prima metà del Seicento, il salone delle feste era elegantemente decorato dalle pitture monocrome di Vincenzo Manenti, raffiguranti scene mitologiche ed episodi tratti dall’epica rinascimentale. Sul grande e maestoso camino spiccano le insegne del nobile casato. Nel 1928, con l’erezione della città di Rieti a capoluogo di provincia, il palazzo fu adibito a sede dell’Amministrazione Provinciale.
A quest’epoca (1932) risalgono le decorazioni pittoriche realizzate da Arduino Angelucci nella sala al piano terreno, illustrando i tipici paesaggi sabini, nonché personaggi ed episodi fra storia e leggenda che hanno reso celebre Rieti ed il suo territorio. Con l’assetto istituzionale repubblicano il palazzo è stato destinato ad ospitare decorosamente la Prefettura.
Il bel loggiato caratterizzato dalle serliane si apre su un ridente giardino all’italiana, al di sotto del quale si gode la veduta sui tetti della città medievale fino al corso del fiume Velino, incorniciata dai colli del Belvedere, di Sant’Antonio al monte e di San Benedetto.
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