Prospiciente alla torre civica, dove un tempo si fronteggiavano le case degli Alfani e dei Montegambaro che a lungo furono i protagonisti della storia civile, delimita a settentrione la piazza centrale l’elegante edificio dei conti Dosi-Delfini oggi proprietà della Fondazione Varrone Cassa di Rieti.
L’ultimo erede dei Monterambaro agli inizi del XVII secolo cedette l’antica casa/torre ad Annibale Vincentini, incaricando l’architetto Lorenzo Angelini di costruire un palazzo secondo i criteri del tempo. In breve, cominciarono i lavori ma nel 1619 la morte del committente e del costruttore il palazzo restò incompiuto fino al terzo quarto dell’Ottocento quando finalmente il marchese Gabriele Vincentini si rivolse all’architetto Giacomo Monaldi affinché portasse a termine l’edificio armonizzando gli elementi secenteschi secondo i moderni criteri dell’ingegneria e del gusto dal barocco al neoclassico.
La chiostrina del monumentale ingresso delle carrozze è ingentilita dall’altorilievo in bronzo di Santa Barbara patrona della città, ideato dallo scultore romano Ernesto Trolli.
Le stanze del piano nobile sono affrescate con mirabile gusto, secondo i dettami dell’arte dell’Ottocento. L’ala a settentrione ha infine raffinati paesaggi naturali ideati dal panorama della piana reatina. Il risultato fu ragguardevole per fasto e ed eleganza, divenendo la bella dimora di una coppia felice.
L’ultimo erede del casato, il conte Giuliano Dosi – Delfini, ritirandosi nelle proprietà di Rovigo, destinò il palazzo alla Fondazione Cassa di Risparmio affinché potesse avere un futuro di carattere istituzionale, ospitando mostre e convegni. A cura di Ileana Tozzi.