La Valle del Primo Presepe ha il suo momento più intenso tra dicembre e gennaio, ma il progetto programma le attività e dispone iniziative durante l’intero anno. Alcune proposte, inoltre, hanno un carattere permanente o quasi. È il caso delle opere monumentali del maestro Francesco Artese, ospitate dagli archi di Palazzo Papale di Rieti. I quattro allestimenti continuano a richiamare l’attenzione di turisti, pellegrini e passanti anche lontano dal periodo natalizio. Alle 50.000 presenze registrate tra dicembre e gennaio nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, si sono aggiunti fino ad oggi altri 25.000 visitatori, con segnali di crescita durante questa calda stagione estiva.
All’ombra delle volte, ci si può immergere nel medioevo attraverso gli allestimenti dell’artista materano, immedesimandosi negli episodi della vita di san Francesco nella Valle Santa reatina. Due di essi, in particolare, saranno presto protagonisti di un importante anniversario: nel 2023 ricorrono infatti gli ottocento anni dall’invenzione del primo presepe a Greccio e dalla redazione della Regola dell’Ordine dei frati minori a Fontecolombo. Ma non mancano scene che ricordano il Perdono e l’inizio della missione francescana nel paese di Poggio Bustone, la delicata operazione agli occhi e il miracolo dell’uva che la tradizione colloca nei pressi di Santa Maria della Foresta. L’ultima scena, realizzata per la quinta edizione della manifestazione, è ambientata a Rieti e rappresenta l’incontro con Papa Onorio III insieme al profondo e indissolubile legame di Francesco con gli elementi naturali della valle reatina: natura rigogliosa, fiume Velino e ricchezza di acque che trovano espressione tangibile nella poesia che attraversa il Cantico delle Creature.
Le opere monumentali del maestro Artese sono aperte al pubblico tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 20.30.
Il progetto della Valle del Primo Presepe è promosso dalla Chiesa di Rieti e dalla Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori con i Comuni di Greccio e Rieti, il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone e la collaborazione dell’Associazione Italiana Amici del Presepio.