Giovedì 27 gennaio 2022, ricorre il giorno della memoria, istituito per commemorare le vittime dell’Olocausto nella giornata in cui, nell’anno 1945, le forze armate russe fecero ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i pochi superstiti e svelando al mondo intero gli orrori commessi dai nazisti.
In occasione di tale ricorrenza, il Questore di Rieti Maria Luisa Di Lorenzo vuole ricordare la figura di Filippo Palieri, Capo di Gabinetto della Questura di Rieti che, nei terribili anni dell’occupazione tedesca in Italia, si impegnò, fino all’estremo sacrificio, per salvare dalla deportazione molti cittadini reatini.
Filippo Palieri, medaglia d’oro al merito civile, nacque a Cerignola (Foggia) il 22 maggio 1911, fu un Ex-Allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, si laureò in Giurisprudenza a Roma nel 1933 ed entrò nella Polizia in giovane età, percorrendo una rapida carriera che lo portò a diventare il Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, assumendone la responsabilità a causa dell’assenza per malattia del suo superiore gerarchico.
Proprio durante il suo servizio a Rieti, il giovane Commissario Filippo Palieri si adoperò per evitare la deportazione nei campi di lavoro in Germania di circa 300 artigiani reatini, nascondendo i loro nominativi e avvisandoli personalmente del pericolo. Nello stesso periodo, Palieri fu un attivo collaboratore della Resistenza italiana che operava sulle montagne della Sabina, rifiutandosi più volte di aderire alla Repubblica di Salò, fino al giorno del suo arresto, quando fu deportato nel lager di Wietzendorf, dove morì il 13 aprile 1945 a causa degli stenti e delle torture subite.
Il Commissario non rivide più, così come da lui previsto e confidato al suo compagno di prigionia Salvatore Poti, i suoi genitori, la moglie Giuliana Annesi, poetessa e scrittrice, ed i tre figli.
Al valoroso Filippo Palieri sono state dedicate la sezione locale dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, una via della città di Rieti, la Sala conferenze della Questura di Rieti, un monumento commemorativo nella città natale di Cerignola ed un cippo marmoreo nell’area del Santuario della Madonna delle Grazie di Allumiere (Roma). Il figlio Rodolfo e sua moglie Giuliana, gli hanno dedicato, rispettivamente, i libri: “Oltre il Lager” ed “Eredità d’affetti”, che ripercorrono la vita dell’eroico funzionario di Polizia.