“Finimunnu” (Finimondo), un titolo che desta sicuramente curiosità e chissà cosa vorrà dire… Danilo Mengoni, reatino, classe ‘84, non è alla sua prima esperienza letteraria ma in dialetto reatino, sì.
Ha deciso di raccontare, di mettere nero su bianco, un’idea che, in realtà, è nata da sua figlia; i figli, fonte da sempre di spunti e riflessioni e, in questo caso, anche di libri. Una storia, a tratti tragica ma anche comica e ironica, che vuole sostanzialmente mandare un messaggio (senza troppe pretese): spesso è bene non prendersi troppo sul serio e giocare su ciò che facciamo o su ciò che ci capita, tutto sarebbe molto più accettabile e leggero. “Secondo la visione di mia figlia – spiega Danilo – la befana usciva dai camini accesi, un’immagine piuttosto inquietante che ha immediatamente posto le basi per la ‘Finimunnu’ della storia”.
Una storia di tre ragazzini, Tizzone, Rusciu e Muccu, scandita tra punti tragici e comici, il cui cammino richiama, per certi aspetti, storie tramandate oralmente e più volte giunte all’orecchie dall’autore, personaggi veri, avvenimenti mescolati, storie intrecciate che andavano raccontate necessariamente in dialetto reatino per non stravolgerne la musicalità.
“Finimunnu, come è scritto nella quarta di copertina, potrebbe essere la strega della leggenda raccontata nella storia, la fine dell’infanzia, la malattia, le conseguenze della guerra, il terremoto, tutti elementi che vengono menzionati nel racconto e che toccano i protagonisti che, con il loro disincanto adolescenziale, li affrontano senza lasciarsi schiacciare, eccetto in un caso, che poi è il finale del racconto”.
Una lettura piacevole, veloce e simpatica che narra racconti nei quali chiunque potrebbe ritrovarsi e in qualunque parte del mondo, resa dal dialetto reatino, particolare e ancor più ironica in diversi passaggi. “Finimunnu” è un romanzo edito da Nulla die, acquistabile online o nelle librerie nazionali.