La Diga del Salto, alta 90 mt e lunga 234 mt, è stata costruita dalla Società Terni tra il 1938 ed il 1940 a seguito del programma di bonifica di alcune zone del Reatino, ed in particolare della Valle del Salto e per la realizzazione di un importante impianto idroelettrico.
E’ uno sbarramento a gravità massiccia, con andamento planimetrico arcuato, tracimabile per quasi tutta la sua lunghezza con tredici finestre di sfioro. Con il suo peso sostiene la spinta delle acque, mentre la leggera curvatura consente di assorbire le sollecitazioni.
Il piano, progettato nel 1916 da Guido Rimini, ingegnere capo della Provincia di Perugia (di cui all’epoca Rieti faceva parte), prevedeva la risoluzione del problema attraverso un minore afflusso, contenendo le acque a monte e regolando il flusso dei due principali affluenti dei fiumi Velino, Salto e Turano creando così un grande potenziale idroelettrico.
Si pensò alla captazione delle acque di un altro affluente del Velino, le Sorgenti del Peschiera, tramite la realizzazione dell’acquedotto del Peschiera che oggi è anche il maggiore fornitore di acqua di Roma Capitale.
Il Lago del Salto, collegato al Lago del Turano tramite un canale artificiale lungo 9 km, costituisce un sistema idroelettrico unico. Le acque dei due bacini con una portata complessiva di 35 m³/s alimentando tramite una galleria forzata lunga 11,8 km con un diametro di 4 metri la centrale idroelettrica di Cotilia.
Durante la costruzione della diga ci furono 15 morti per incidenti sul lavoro, ricordati per il loro sacrificio in una grande lapide di marmo.