Nel 1534, solo sei anni dopo l’emanazione della bolla Religionis zelus, il Comune di Rieti aveva provveduto a costituire una deputazione di tre cittadini, Onorio Fascianelli, Antonio Alemanni e Valentino Pennicchi, incaricati di raccogliere i fondi necessari alla costruzione di un convento per la nuova Congregazione dei Cappuccini provvisoriamente autorizzata presso il colle dell’Annunziata.
I Cappuccini vi si installarono fin dal 1540, ma solo nel 1578 poterono trasferirsi a Colle San Mauro, dove fu costruito il nuovo convento, povero ed austero in ossequio alle Costituzioni di Albacina.
Il Capitolo della Cattedrale decretò in data 14 febbraio la concessione dell’eremo di San Mauro ai Cappuccini e il 25 maggio successivo in forma solenne consegnò in forma solenne al Padre Guardiano frate Giovanni Calabria in rappresentanza dell’Ordine l’istrumento con il quale concedevano il romitorio di San Marone con i terreni e i boschi adiacenti.
Anche la chiesa, antico eremo costruito intorno ai luoghi del martirio di San Marone, fu ricostruita dalle fondamenta.
Al nuovo edificio sacro, dalla facciata linda ed ordinata sovrastata dal tetto a due spioventi con il campanile a vela, semplice e luminosa nell’assetto ad aula basilicale, fu mantenuto il titolo antico di San Marone a cui si aggiunse quello di San Bonaventura, secondo quanto riporta l’iscrizione dell’architrave del portale d’accesso: DIVO MARONI MART. ET. ST. ET BONAVENTURÆ EPIS. CARD. MDLXXXV.
Il 23 novembre 1586 il vescovo Giulio Cesare Segni consacrò solennemente la nuova chiesa.
All’esterno, l’armonioso chiostrino cinquecentesco, alle cui pareti sono murati antichi frammenti di epigrafi sepolcrali di età romana frammisti ai resti di sculture rinascimentali, è sigillato dall’epigrafe che fa memoria della generosità dei Potenziani, padre e figlio, che garantirono in perpetuo alla comunità dei Cappuccini di Colle San Mauro la permanenza in questo sito.
Quando dopo le soppressioni postunitarie il principe Giovanni Potenziani acquistò il convento, da più di un secolo la famiglia possedeva l’area di Colle San Mauro prossima al convento. All’epoca, la proprietà comprendeva un casale a cui era annesso un mulino.
Nel 1963, Lodovico Spada Veralli Potenziani Alemanni ritiratosi a vita privata nel dopoguerra ormai ultraottantenne, sopravvissuto alla figlia Miryam unica erede diretta morta due anni prima, provvide alla definitiva donazione del convento ai Padri Cappuccini. A cura di Ileana Tozzi
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