La Processione dei Ceri, anche nota come Processione di Sant’Antonio, è uno degli eventi religiosi e culturali più caratteristici della tradizione reatina. La Processione è da sempre vissuta come un’occasione di aggregazione e di festa da parti dei reatini, devoti e non, e si inserisce nel contesto festivo più ampio del cosiddetto Giugno Antoniano.
L’evento affonda le proprie radici nell’antichità: le fonti fanno risalire le origini della processione addirittura al Medioevo. Si narra infatti che in quel periodo Papa Gregorio IX, che dimorava presso l’allora sede papale reatina, volle organizzare una cerimonia per la canonizzazione di Antonio da Padova, al quale i reatini erano già fortemente devoti. Tuttavia, il Papa dovette lasciare Rieti e la canonizzazione avvenne a Spoleto. Il fatto suscitò notevole scalpore tra i reatini, che reagirono con una fiaccolata di protesta: l’evento si è da allora reiterato nei secoli, divenendo con gli anni l’attuale Processione dei Ceri, così chiamata proprio perché i fedeli che vi prendono parte sono soliti tenere tra le mani dei ceri votivi, alcuni di peso e dimensioni notevoli. Alla Processione partecipano, oltre ai fedeli, il Vescovo, i sacerdoti ed il sindaco della Città.
Neppure gli accadimenti più nefasti, come le due Guerre Mondiali, hanno mai impedito lo svolgimento delle celebrazioni del Giugno Antoniano. Fino ad ora il 2020 sembra essere l’unico anno in cui le celebrazioni non si sono svolte, a causa della pandemia SARS-CoV-2.
Tradizionalmente, però, ogni anno, per l’intero mese di giugno, Rieti è animata da uno spirito di festa e di devozione per il Santo. Il 12 giugno è una delle date più significative, poiché avviene l’esposizione della statua di Sant’Antonio, situata presso la Chiesa di San Francesco, da alcuni anni presso la Basilica di Sant’Agostino per inagibilità della chiesa di San Francesco causa sisma: l’esposizione è accompagnata dal rintocco delle campane di tutte le chiese della città, e moltissimi fedeli vi prendono parte, attendendo con profonda devozione questo momento.
Nei giorni che precedono la Processione, persone di ogni età, dai più grandi ai più piccini, partecipano alla tradizionale “Infiorata”, decorando le vie del centro e in particolare quelle che verrano percorse dal corteo di fedeli. L’infiorata consiste nella riproduzione di icone religiose in strada, mediante la realizzazione di disegni inventati o di opere di artisti noti. Le immagini vengono poi riempite con petali colorati di fiori freschi o essiccati, fissati a terra con la colla.
La seconda domenica successiva all’esposizione, avviene la Processione dei Ceri: tutti si riversano nelle strade e ogni angolo della città pullula di devoti, curiosi o semplici affezionati, che assistono gioiosi all’evento più significativo dell’intero Giugno Antoniano: la statua viene collocata sulla cosiddetta “macchina”, sostenuta da sedici portatori appartenenti alla Pia Unione di Sant’Antonio. Si tratta di un ruolo molto ambito, che prevede un’accurata selezione dei portatori, scelti per altezza e corporatura: la statua, infatti, che per l’occasione viene adornata a festa con fiori e gioielli, giunge a pesare più di una tonnellata.
La Processione percorre le vie della città fino a rientrare nella Chiesa, dove termina il corteo religioso. La statua è ricollocata al proprio posto, e al termine tutti con il naso all’insù per ammirare il tradizionale spettacolo pirotecnico.
Tradizione vuole che nel giorno della Processione dei ceri, durante la mattina, vengano distribuiti biscotti artigianali e cioccolata calda.
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