Recupero immagine votiva di Santa Rufina

Riprende per l’edizione 2024 il progetto di recupero, consolidamento e restauro delle antiche edicole di Santa Rufina promosso dall’Associazione Rulli e Cantine giunta all’ottavo anno di attività, con l’intervento dell’immagine votiva di Santa Rufina, eponima e protettrice del paese.

Si tratta di otto altarini di mano di anonimi frescanti, realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, dedicati sulla facciata delle case in segno di devozione e di protezione per gli abitanti e per i viandanti, restaurati dal 2023 da Simone Battisti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti intrapresa dal funzionario storico dell’arte Giuseppe Cassio.

L’edicola di via Dritta al numero civico n° 2 era fortemente degradata dalle intemperie e da interventi di rifacimento non sempre adeguati.

L’attuale restauro, applicato alle più corrette tecniche, ha consentito di recuperare e reintegrare l’originale dell’iscrizione S. RUFINA sulla facciata dell’edificio al n° civico 2 della via Dritta, dedicata alla martire che dette il nome al paese fondato sulla sommità delle colline in prossimità al tracciato della Salaria.

Benché la passio sia piuttosto tarda, l’agiografia assegnata al 10 luglio riconosce il martirio delle sorelle Rufina e Seconda, figlie del senatore Astenio, spose promesse ai giovani Armentario e Verino, anch’essi cristiani. Durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano, i due temerono il peggio e si dichiararono relapsi. Rufina e Seconda affrontarono invece il processo e l’esecuzione capitale, Rufina passata a fil di spada, Seconda massacrata sotto i colpi degli scherani del prefetto Gaio Giunio Donato. Il luogo del martirio fu a Silva Nigra, al nono miglio della via Cornelia. La notizia della morte delle giovani martiri fece sì che il ricordo cruento della nascita al cielo ne cambiasse il nome di Silva Candida.

Proprio il luogo del martirio di Santa Rufina, dove nel 257 la giovane cristiana fu decapitata, è evocato nell’edicola della via Dritta: l’immagine è incentrata all’interno della cornice in stucco, con la figuretta inginocchiata sulla nuda roccia, accolta dagli angeli prima di spiccare il volo al cielo, per l’eternità.

La giovane è ritratta con i piedi ignudi, la tunica color rubino, la sopravveste color oro, il velo candido, l’aureola già meritata sul capo, le mani giunte, il volto un lieve sorriso, gli occhi volti in alto, verso l’azzurro impaginato dalle nuvole bianche ovattate.

Già nel IV secolo il pontefice Giulio (337-353) dedicò una basilica a Santa Rufina il cui nome ricorre per la sede suburbicaria della diocesi di Porto e del nostro paese pedemontano dove si stanziarono al tempo dell’incastellamento gli abitanti fino ad allora vissuti lungo l’alta valle del Velino.

La valida iniziativa promossa dall’Associazione Rulli e Cantine sarà come di consueto autofinanziata con il contributo delle manifestazioni del prossimo novembre a Santa Rufina.
A cura di Ileana Tozzi.

Edicola prima del restauro
In copertina edicola dopo il restauro

2024-10-11T10:14:59+00:0011 Ottobre 2024|

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