Tartufo della Sabina

La Sabina grazie i tanti boschi è l’ideale per la proliferazione dei tartufi. Le zone di Leonessa, Valle del Salto, Terminillo, Monti Sabini e Valle del Turano ne offrono una grande quantità, tant’è che il nostro territorio è considerato una delle zone più prolifiche d’Italia. Ci sono molte varietà di tartufo più e meno pregiate. Facile trovare il Nero Pregiato.

Il tartufo, dal latino “terrae tufer”, che significa “tubero di terra”, non nasce solo in modo spontaneo nei boschi, ma viene anche coltivato nelle tartufaie. L’Unione Europea ha riconosciuto a questo prodotto, dal profumo intenso, lo status di prodotto agricolo e contrariamente ad altre colture quella del tartufo non danneggia l’ambiente. Importanti coltivatori naturali sono gli animali che se ne nutrono i quali, mangiandolo, ne trasportano le spore che depositandosi danno vita a nuovi tartufi.

Il tartufo è presente oltre che in Sabina anche nella Valle del Salto, tanto che a metà agosto di ogni anno si svolge a San Martino di Petrella Salto la sagra del tartufo.

Il tartufo è utilizzato sulla pasta, ma anche su carne, formaggi, patate e cacciagione. Una ricetta molto apprezzata è quella del “Tartufo con il farro” di Leonessa, una ricetta semplice che unisce ad un ingrediente povero come il farro il gusto dell’aroma marcato del tartufo.

Riguardo la raccolta di questo tubero: non è permessa a tutti, fuori da una proprietà privata c’è la Legge Regionale del Lazio n. 82 del 1988 che prevede che il raccoglitore debba premunirsi di un tesserino che gli verrà rilasciato dopo il superamento di un esame.

Copertina disegnata da Freepik

2024-05-06T09:03:12+00:003 Maggio 2024|

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