Colomba da Rieti, nata nel 1467 da una famiglia della borghesia mercantile cittadina, aderisce giovanissima al progetto di vita spirituale del Terz’Ordine della Penitenza di San Domenico. Scegliendo come modello spirituale la vita di Santa Caterina da Siena, a dodici anni rifiuta le nozze ottenendo, dopo aver superato l’ostilità dei familiari, di vestire l’abito domenicano.
Durante l’estate del 1487, in compagnia di dodici fra uomini e donne a lei legati per parentela,amicizia, condivisione degli ideali di fede, Colomba da Rieti s’impegna in un singolare pellegrinaggio al santuario domenicano di Santa Maria della Quercia, presso Viterbo. Qui compie un esorcismo sanando una donna indemoniata.
Dopo tre anni trascorsi ancora nella quiete domestica, secondo quanto consentiva la regola del Terz’Ordine, la giovane religiosa abbandona nottetempo la famiglia e la città natale, pronta a percorrere fino in fondo il proprio itinerario di perfezione. Intraprende così il cammino verso l’Umbria pensando di raggiungere Siena, nel segno di Santa Caterina.
Scampata all’aggressione di un gruppo di dissoluti, affronta nuove peripezie finché, raggiunta dal padre e da due domenicani della comunità reatina, viene da loro scortata fino a Santa Maria degli Angeli: qui una nuova visione la rende certa della meta ultima del suo cammino.
Dalla tarda estate del 1488 fino alla primavera del 1501, Colomba da Rieti vive un’intensa, straordinaria esperienza qualificandosi come fondatrice, anticipatrice della riforma della vita religiosa femminile, consigliera politica ed operatrice di pace. I potenti Baglioni, signori di Perugia, prestano rispettoso ascolto alle sue parole dagli accenti profetici, il popolo la ammira, ben presto la venererà per la sua mitezza che cela una straordinaria forza d’animo, per la sua benevolenza che sa rivelarsi inflessibile tenacia.
A Perugia, la religiosa ottiene dalle autorità cittadine il permesso di costruire a spese dell’erario una propria casa religiosa: il monastero, intitolato a Santa Caterina da Siena e presto detto delle Colombe, viene dotato di un noviziato presso il quale chiedono di essere accolte alcune giovani donne dell’aristocrazia perugina. Durante l’epidemia di peste che si abbatte su Perugia nella primavera del 1494, Colomba da Rieti collabora attivamente con le autorità cittadine affinchè il morbo sia debellato.
Consapevole di essere vicina al termine della sua esperienza terrena, intensifica la sua azione di pacificatrice nei confronti del papa Alessandro VI, che nel 1495 lascia Roma con la sua corte alla volta di Perugia per evitare un imbarazzante incontro con Carlo VIII d’Angiò, diretto a Napoli con il suo esercito per prendere possesso del Regno.
In questo clima, Colomba da Rieti si impegna ad operare, come esponente della Chiesa militante, esortando e consigliando, minacciando rovina e scongiurando nel nome di Dio ed in vista del bene comune, senza mai cedere allo spirito di parte. Il popolo sente profondamente la sincerità di queste intenzioni, riconosce i meriti della sua “santa viva” e le tributerà ogni onore quando, il 20 maggio 1501, Colomba da Rieti conclude la sua vicenda terrena.
A cura di Ileana Tozzi
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