Nato nel 1898 da Cesare Sacchetti Sassetti e Annamaria Battigalli, Angelo Sacchetti Sassetti si laureò in lettere presso l’università La Sapienza di Roma. Dopo la laurea iniziò l’insegnamento al ginnasio inferiore di Rieti, avviando anche un’attività di ricerca storica, fondando il periodico “Vita sabina” e intraprendendo la militanza politica nel Partito Socialista Italiano.
Dal 1901 al 1926 fu Ispettore onorario ai monumenti di Rieti; in questa veste fece restaurare molti monumenti cittadini, come l’affresco nell’oratorio di San Pietro martire, la chiesa di San Pietro Apostolo e il Palazzo Vescovile.
Nel novembre del 1920 fu eletto sindaco di Rieti, ma restò in carica cinque mesi, in quanto, per le sue idee antifasciste, venne mandato al confino dal 1926 al 1944, obbligandolo a Matera, Potenza e infine ad Alatri che gli concesse la cittadinanza onoraria. Nonostante la distanza, mantenne però sempre stretti rapporti con il mondo culturale reatino, con il pittore Angelucci, il critico d’arte Verani, lo storico Dupré Theseider, e il vescovo Rinaldi.
Dopo la caduta del fascismo nel 1946 fu rieletto sindaco di Rieti, restando in carica dal 1946 al 1952. Nelle vesti di sindaco operò il trasferimento della biblioteca Paroniana in un’ala del Palazzo Comunale e nel 1950 fondò l’archivio di Stato di Rieti. Nel 1958 fece dono di ventinove dipinti al Museo civico di Rieti.
Insignito della medaglia d’oro come benemerito della cultura, Angelo Sacchetti Sassetti morì a Rieti il 24 maggio del 1968. Suo successore nella veste di primo cittadino fu Lionello Matteucci.
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